mercoledì 13 febbraio 2013

Playlist per S. Valentino


Tra pochi giorni, si sa, ricorrerà quell’obbrobrio conosciuto in tutto il mondo come la festa degli innamorati, ossia S.Valentino. Ogni innamorato si sentirà costretto moralmente, se non fisicamente, a festeggiare:  spendere uno sproposito in cioccolatini e regali e, come minimo, una cena a lume di candela in un locale vip. Se siete Piemontesi non vi resta che ingoiare l'amaro calice, sperando che l'abbuffata di gianduiotti (guai a rifiutarli) non vi costringa ad un lungo dopocena movimentato e seminudo, come ve l'eravate aspettato, ma nella solitudine dolorosa del vostro bagno.
Ai Lombardi toccherà un ristorante anti-tredicesima, cui si può accedere solo con una fila che tende all'infinito. Prenotare non basterà. Il tavolo che vi assegnano è quello vicino alla porta, il più freddo del locale. E mentre tutt'intorno a voi avrete l'impressione che l'amore venga celebrato nel suo fulgido splendore, il vostro/a partner rabbrividisce nascondendosi dentro un cappotto anti-stupro. Rigorosamente non ordinata, vi arriva la prima bottiglia di Champagne. L'unica cosa calda della serata. Con sgomento scoprite che non potete neanche scegliere quello che vi va, ma dovete adeguarvi ad un menu di ostriche e lumache, se siete fortunati, almeno parzialmente scongelate. Ed è in questo preciso momento che prendendo il coraggio a piene a mani dovete nascondervi dietro l'inutile carta dei vini. Il rischio d'incrociare lo sguardo della vostra dolce metà che ha già incenerito lo stoppino della candela è troppo alto.
Ma qui a Napoli, siamo nella patria della musica, siamo in quel posto che viene universalmente riconosciuto come la culla di tutto ciò che va sul pentagramma:non vorrete mica fare che il/la  vostro/a coniuge resti senza un adeguata serenata? Sicuramente no, quindi archiviate i baci perugina, dimenticate i ristoranti trendy e lasciatevi guidare da noi in questa scorribanda tra le 7 note per fornire un brano adatto ad ogni situazione.

Siete per caso amanti di una donna sposata? Siete costretti a vederla negli ritagli di tempo approfittando delle brevi assenze del marito?Bene, il brano che fa per voi è “’O tiempo ‘e nu cafè”. Il mitico Mimmo Taurino descrive minuziosamente l’incontro tra due amanti, avvenuto nel brevissimo volgere di un caffè preso dal marito di lei al bar di sotto. Chi, trovandosi in una situazione del genere, pur pressato dai tempi rapidissimi, non ha detto alla propria amata “comme si bella meza annura!”? E chi, pur sapendo dell’empietà della propria relazione, non hai mai pensato che la sua donna stesse “Spurcando chistu core c’o russetto?”. Per tutti coloro che amano l’ammore all’erta all’erta….

Lei vi piace tantissimo ma ha già una o più storie, per quanto poco serie, in corso? Lei vi solletica e stimola le vostre più recondite fantasie di rattimma anche lontano dal Parco della Rimembranza? Il pezzo che vi si addice di più è lo storico “Voglia ‘e fa ammore” del leggendario Antoine il quale, pur iniziando il video in un’ambulanza ciaccato e demorente per la di lei mancanza, continua l’opera insaponandosi qualunque forma vivente di sesso femminile gli capiti dinanzi,proponendo in versi di amoreggiare “Dint’an’ascensore mentre sta sagliendo” oppure “mmiezo ‘o mare, ‘nzieme ‘e cavallune”. Per tutti gli amanti focosi e soprattutto per tutti i coraggiosi che non hanno paura né che l’amata li stroppèi per le insinuazioni sulla lascivia di costumi, né che accetti di copulare tra i marosi indomiti.

Vivete un amore totalizzante peggio di quello che provò Dante per la sua Beatrice? Non riuscireste mai ad immaginare null’altro che la vostra amata al vostro fianco? La vostra dichiarazione sarà allora la romantica “Comme si ‘a guerra” del classico Tommy Riccio. Bordate clamorose a colpi di “E si bella comme si” oppure “nun me pozzo fa l’amante/pure si me tratte male/nun so bravo a te tradì”, senza tralasciare il soft-erotico di “e mentre ‘a vestaglia/pe coppo ‘a cammisa/già s’abbraccia pe terra”, piegheranno ogni resistenza della vostra amata. Se supera il minuto e quaranta senza picchiarvi e/o denunciarvi, è fatta per sempre.

Volete una volta e per tutte che la vostra lei capisca quanto sia importante per voi? Allora il brano che fa per voi è “Si tutta ‘a vita mia” del melodico-sentimentale Fabrizio Ferri. Quale donna potrebbe mai resistere ad un fidanzato che quando piange “se veve ‘e llacreme” oppure che tuona “mo’ ce ‘o ddico a tutti ‘e santi/comme l’oro si importante”? Probabilmente nessuna, specie quando il brano supera i trentacinque secondi di durata.

Ancora il nostro Fabrizio Ferri ci offre la possibilità di regalare una gioia alle nostre donne a cui, si sa, i complimenti piacciono sempre. Se avete amato “Sei un mito” degli 883, non potrete non sperticarvi al solo ascolto di “Si nu successo ‘e femmena”, clamorosa dichiarazione verso una donna considerata irraggiungibile dal cantante. Versi come “d’a capa ‘o pere te guardano/te vonno assomiglia” fanno impallidire persino la pelata di Max Pezzali e donano alla vostra donna quell’allegrezza che solo un complimento ingiustificato può dare.

Una citazione di rilievo merita l'imitatissima, ma inimitabile, Valentina nel suo fantastico "Ok". Non si tratta di un revival del "Prezzo è giusto." ma di un appuntamento galante moralmente e grammaticalmente discutibile ma preciso "se aspetterai cinque minuti e io non ci sarei", che si giova della promessa consolatoria di un amore non platonico ("non dirò di no se a letto nuda mi vorrai con te"). Ma la promessa può mutarsi in una minaccia per chi si imbatte nel raro video della canzone “Ok”
 
L’arma definitiva per tutti coloro i quali fossero stati lasciati da poco è “Senza ‘e te so ‘na vela stracciata” del leggendario Gianni Celeste. Incurante della grammatica e sprezzante del pudore comune, il nostro eroe tenta, con la forza della disperazione e con l’aiuto di obnubilanti acuti ricchi di vibrati in “veveveveve”, di ricondurre la propria amata all’ovile. Nessuna donna vi resisterà, nemmeno se l’avete tradita con sua madre, e tornerà con voi, pur di far terminare al più presto lo scempio. In ogni caso, se non doveste farcela, non temete: nessuno ve la ruberà più, al secondo ritornello sarà verosimilmente tornata al Creatore….


domenica 10 febbraio 2013

Carnival Party

Poche festività riescono ad esprimere con tanta veemenza il loro spirito autenticamente partenopeo come il Carnevale. Non vi sono altre feste che possano sposare efficacemente tradizione e trasgressione, l'arte di arrangiarsi ed un'anima profondamente vaiassa (per i nordici caciarona). Tutti almeno una volta nella loro vita, hanno indossato un costume della tradizione, Pulcinella in primis. Che si poteva sempre "apparare" con un lenzuolo pulito e fregando la maschera in una bottega di souvenir. Ai lestofanti meno abili sarà toccata la divisa o l’uniforme di uno dei genitori per trasformarsi in piccoli ferrovieri e piccole infermierine. Concediamo il sollievo dell'oblio ai pochi che hanno dovuto indossare il kimono di Judo ed, azzeccando un bollino rosso sulla cintura indossata come fascia, hanno preteso d'impersonare il più squallido dei karate kid. Ecco, questo se siete di qualunque posto del mondo, ma se avete natali partenopei, beh, allora di sicuro almeno una volta avrete esagerato con un travestimento oltre il limite del ridicolo. Si, perché qua a Napoli, diciamocelo, i carnevali di Viareggio e di Rio ci fanno veramente un cosiddetto. 
I cantanti pre-neo-melodici hanno avuto il loro momento di gloria emulativa negli anni '70. Caschetti biondo-paglia e denutrizione per interpretare Nino D'Angelo, e riempimenti vari per eguagliare la pinguedine di SuperMario Merola. Alle ragazzine, che sognavano Carmen Russo, toccava bardarsi con le famose zizze di plastica che tanto impazzavano in quel periodo. Ma il must assoluto, è sempre sta lui: Diego Armando Maradona. C’è stato chi, negli anni d’oro del pibe, ha avviato un vero e proprio commercio in parrucche riccie, come immortalò De Crescenzo in uno dei suoi film, maglie pezzottate e ogni altra forma di gadget potesse riguardare l’ultimo re di Napoli. Oggi, tra un Cavani ed un altro, il modo migliore per ledere la propria dignità carnascialesca, è diventato lo stesso che ha trasfigurato il presepe tradizionale di San Gregorio Armeno, ossia travestirsi da personaggi protagonisti della cronaca, possibilmente nera e possibilmente dalla parte del torto. Siamo onesti: a chi, se non ad un partenopeo, poteva venire la malsana idea di travestire un bimbo di pochi mesi (e il suo passeggino) da capitano Schettino alla guida della Costa Concordia?  E allo stesso modo, a quanti commercianti al di fuori del centro storico poteva l’idea di partire da un qualunque mascheramento da bifolco per rivenderlo come uno da MicheleMisseri? Al confronto, un bimbo annerito con la fuliggine per trasformarsi in Balotelli, diventa perlomeno banale. Per questo, non meravgliatevi se il piccolo Aniello, dopo aver visto i cugini carnali Aniello e Aniello (la famosa zopponta..) vestiti da palo e rapinatore, smetta i panni di Garibaldi per uccidere l'altro cugino Aniello, vestito da Vittorio Emanuele in visita a Teano.  Nelle settimane precedenti la festa, orde di genitori cui nemmeno "Nessuno tocchi Caino" offrirebbe appoggio, si riversano in Villa Comunale e nel Bosco di Capodimonte per portare in ostensione i propri criaturi travestiti da Tarzan, facendogli come minimo venire una mossa, viste le temperature invernali.  Basta poco per capire come il gesto, teoricamente innocente, sia in realtà un profondissimo atto di sfida nei confronti degli altri genitori, per poter dire con fierezza, da Carminiello ‘o parrucchiere, pancia in dentro e petto in fuori, che il costume più bello è proprio quello da baldracca indossato da Cira, 2 anni, ora in rianimazione a seguito di una crisi di ipotermia. Ammesso che la piccola se la cavi, al supplizio dell’uscita settimanale, si aggiungerà quello del servizio fotografico da Lello ‘o fotografo il quale, alla modica cifra di 250 euro (“ma sulo pecchè site vuje, signò”), fornirà: numero tre poster della criatura (uno per i genitori e due per i nonni), un calendarietto da tavolo in carta lucida ed uno da parete, da appendere rigorosamente a lato del frigo in cucina. La madre, a questo punto, può ritenersi soddisfatta, il padre può ritenersi salassato e la figlia può ritenersi invalida al 40%, ammesso che sopravviva all’ipotermia. Il modo totalizzante di vivere le feste a Napoli, si vede anche in come viene messo in atto il detto “a Carnevale, ogni scherzo vale”. No, non stiamo parlando di innocenti telefonate notturne al sapor di pernacchia, e nemmeno di banalissimi gavettoni con palloni pieni d’acqua, stiamo parlando di quegli scherzoni tipici che consistono nel ricoprire il malcapitato di uova più o meno marce e, in alcuni casi, anche di farina. Lo scherzo viene infatti preparato in maniera estremamente meticolosa: attorno ad un tavolo, di notte ed in uno scantinato, con una pianta dettagliata dell’area di intervento, come Eisenhower ed i suoi colonnelli prima dello sbarco in Normandia, si riuniscono il comandante delle operazioni ed i suoi degni accoliti. Aiutandosi con punesse, fotografie del luogo e resoconti di appostamenti nelle giornate precedenti, i nostri provano ripetutamente la strategia di attacco e approntano piani d’emergenza e di fuga nel caso in cui l’aggredito dovesse essere dotato di armi per il contrattacco. Infatti, a meno di puntare su un soggettone sicuramente sprovvisto di contraerea, di solito gli agguati sono rivolti a persone che, anche un minimo, ma hanno facoltà di reagire. Ad ogni modo, la furia ovificatrice del commando d’azione di solito non si placa dopo aver colpito il malcapitato, ma, come un diavoletto della Tasmania in preda al suo raptus post orgasmico, colpisce chiunque gli si pari dinanzi nei momenti successivi, fino all’esaurimento della scorta di munizioni. In questo caso, si salvi chi può. Ci sentiamo infine di dare un consiglio a tutti gli omaccioni che vogliano trascorrere il martedì grasso in abiti femminili: Attenzione! Stiamo parlando di uno dei travestimenti più pericolosi che esistano. Non tanto per i rischi intrinseci, ma per il barbaro rituale che segue: la visita ad uno dei luoghi di passeggio con discesa del travestito dalla macchina. Ebbene, è ora che qualcuno lo dica una volta per tutte: SE SCENDETE, VI LASCIANO LÁ! E se tengono assai cazzimma, non vi vengono più a prendere e dopo avete voglia di votarvi a Platinette, vi scommano di sangue!

lunedì 4 febbraio 2013

La proposta Loffa



Avete presente quelle sere fredde, in famiglia, che spingono i commensali ad alzare un po' il gomito ed a cominciare una sordida gara a chi la spara più grossa? C'è un momento in cui, dall'angolo buio della sala, si leva con gesto plateale quel vecchio zio le cui uscite, da sobrio, hanno sempre fatto spanciare il parentame. Ecco, il silenzio regna sovrano perché tutti si convincono che "si, adesso la dice!". Somma delusione quando lo zio si limita a domandare altro vino.
La stessa delusione che ci ha colto di fronte alla proposta loffa della restituzione dell'IMU.
Io che mi aspettavo una guerra Santa alla culona tedesca, la sostituzione dell'euro col PierSilvio, o almeno il diritto ad una cena elegante per ogni italiano.
Invece no, giusto una piccola marchetta. Tra i 300 ed i 1000 euro di rimborso grazie ai soldi recuperati dai capitali fuggiti in Svizzera. Insomma un vero e proprio regalo personale di Silvio ai padri di famiglia. Che, per inciso, non ammonta neanche al 20% di quello che Silvio concede se a vostra figlia dona il tubino nero.